venerdì 27 novembre 2009

" Uno schizzo dell'essenza della luce "

" - Permettini di impostare la questione così. - Portò entrambe le mani verso destra. - Da un lato abbiamo la luce. Sul suo conto sappiamo tre cose. Viene da un punto caldo, si diffonde in modo invisibile e a una velocità altissima, trasmette calore all'oggetto colpito. [..] Dall'altro lato - portò le mani verso sinistra - abbiamo l'amore. Sul suo conto sappiamo pochissimo. Non lo possiamo vedere, solo sentire. Tuttavia, negli scrittori si nota una tendenza comune: l'amore passa da un cuore all'altro. [..] Si potrebbe dire... - a questo punto fece delle lunghe pause e sottolineò ogni espressione con un gesto - che l'amore si muove...in modo invisibile...e senza un ritardo percettibile....da un cuore caldo...a un cuore che si scalda [..] - Continuò. Tutto il sapere che aveva accumulato uscì a pezzi e bocconi, dal particolare più piccolo all'insieme più grande. Dava l'impressione di aver letto tutta la letteratura universale nel periodo in cui avevo evitato la torre e le penne. [..] L'apice della volta dei suoi pensieri indicava che la luce e l'amore erano due lati della stessa questione, nella loro essenza più recondita in realtà la stessa e identica cosa. E lui voleva dimostrarlo, se ne fosse stato capace [..] allora l'uomo avrebbe trovato la conferma scientifica per amare. [..] Mi vennero le lacrime agli occhi. - Cosa vuoi dirmi, Hans?- - Voglio chiederti...- Tese una mano: tremava. - Adesso che mi vuoi aiutare, pensavo che forse noi..se mai tu..se vuoi...- Chiuse la bocca e deglutì. Infine, timidamente, lo disse: - Fammi...diventare una stella fissa nel firmamento del tuo cielo - I suoi tremiti mi contagiarono. Mentre mi prendevo le guance l'aria vibrava dentro di me. Poi risi. Con le lacrime agli occhi, ma risi. Era così goffo. Non sembravano nemmeno parole sue. Perchè tirare in ballo il cielo e le stelle, l'universo intero? Perchè avrei dovuto trasformarlo in una stella fissa? Perchè gli uomini dicono certe cose? Se i suoi occhi mi chiedevano semplicemente di amarlo? - Preferisco tenerti quaggiù con me - risposi. [..] Durante le nostre camminate parlavamo della sostanza di tutta la questione: la luce e l'amore. La sostanza dell'esperimento, della teoria, della nostra estate, della vita. [..] Una sera eravamo su nella casupola in cima alla Torre Rotonda. Io ero seduta al tavolo e scrivevo in bella alcuni appunti che Hans aveva preso durante le sue ricerche nella letteratura. Si trattava di un resoconto di quello che René Descartes aveva scritto sulla natura della luce. Hans era disteso in terra su uno dei teli neri e leggeva un'opera di Isaac Newton. Avevano entrambi scritto sulla rifrazione di raggi luminosi, sui prismi e sui colori della luce. [..] - Forse si può anche rifrangere l'amore in sei parti, in sei aspetti, che però allo stesso tempo possono essere compresi in uno solo. Quali potrebbero essere questi aspetti?- Posai il quaderno e mi unii alla riflessione. - Sei modi di povare amore? - domandai. [..] - L'amicizia- - Tra madre e figlio- - Tra fratelli, immagino?- - Si. Tra uomo e donna- - Ti riferisci al matrimonio?- - Si- Mi sedetti sul pavimento accanto a lui [..] - Ma sono soltanto quattro - disse- e non me ne vengono in mente altri. Forse non è il modo giusto di suddividerlo- - Forse no- dissi dandogli una spinta. [..] - Non ti viene in mente proprio nient'altro?- -No- si affrettò a rispondere. Poi il suo sguardo cambiò. - Si- Una ciocca dei miei capelli cadde sul suo viso...[..] Passarono ore, non so quante. Prima che ci ritrovassimo distesi l'uno accanto all'altra, nudi, su mucchietti di vestiti. Eravamo sudati. Hans aprì un battente del tetto e poi si sdraiò di nuovo. Mi prese la mano con la stessa delicatezza con cui aveva fatto tutto il resto. Rimanemmo distesi a guardare il fiume luminoso della Via Lattea. A respirare. Fino al mattino. Poco prima dell'alba la notte divenne talmente fredda che ci coprimmo. Ci sedemmo sul pavimento l'uno di fronte all'altra. Restammo seduti con sorrisi pieni di domande e di imbarazzo. E risposte e una nuova intimità. Hans ruppe il silenzio. - Adesso lo sento ogni volta che mi guardi.- - Cosa?- - Il calore nel petto- [..] - Prova anche tu. Prova a sentire adesso.- [..] Da allora ripetemmo molte volte la seguente prova: ci mettevamo seduti l'uno di fronte all'altra e pensavamo all'amore. Senza parlare, ci limitavamo a pensare, o a percepire. E il calore aumentava. Nel petto, nelle guance. Variavamo la prova: soltanto uno di noi due pensava all'amore, mentre l'altro si portava una mano al petto e avvertiva quando arrivava il calore. Funzionava. [..] Perciò abbozzammo l'esperimento finale nel seguente modo: da una grande distanza uno dei due doveva trasmettere il proprio amore all'altro per mezzo di una lente, che lo concentrava in un raggio ben definito. L'altro doveva tenere un termometro contro la pelle e regisrare l'aumento della temperatura nel momento in cui veniva colpito. [..] Così avremmo potuto verificare se l'amore venisse ritardato dalla distanza, o se anche in questo caso il ritardo sarebbe stato talmente infinitesimale da non essere registrabile. E facendo il raffronto con una seconda prova senza lente avremmo potuto stabilire se l'amore si lasciasse deflettere e concentrare nella lente, come la luce.... "

mercoledì 25 novembre 2009

romeo and juliet

These violent delights have violent ends and in their triumph die, like fire and powder, which as they kiss consume: the sweetest honey is loathsome in his own deliciousness and in the taste confounds the appetite: therefore love moderately; long love doth so; Too swift arrives as tardy as too slow. ACT 2 SCENE 6 Gallop apace, you fiery-footed steeds, Towards Phoebus' lodging: such a wagoner As Phaethon would whip you to the west, And bring in cloudy night immediately. Spread thy close curtain, love-performing night, That runaway's eyes may wink and Romeo Leap to these arms, untalk'd of and unseen. Lovers can see to do their amorous rites By their own beauties; or, if love be blind, It best agrees with night. Come, civil night, Thou sober-suited matron, all in black, And learn me how to lose a winning match, Play'd for a pair of stainless maidenhoods: Hood my unmann'd blood, bating in my cheeks, With thy black mantle; till strange love, grown bold, Think true love acted simple modesty... Come, night; come, Romeo; come, thou day in night; For thou wilt lie upon the wings of night Whiter than new snow on a raven's back. Come, gentle night, come, loving, black-brow'd night, Give me my Romeo; and, when he shall die, Take him and cut him out in little stars, And he will make the face of heaven so fine That all the world will be in love with night And pay no worship to the garish sun. O, I have bought the mansion of a love, But not possess'd it, and, though I am sold, Not yet enjoy'd: so tedious is this day As is the night before some festival To an impatient child that hath new robes And may not wear them. ACT 3 SCENE 2 JULIET Wilt thou be gone? it is not yet near day: It was the nightingale, and not the lark, That pierced the fearful hollow of thine ear; Nightly she sings on yon pomegranate-tree: Believe me, love, it was the nightingale. ROMEO It was the lark, the herald of the morn, No nightingale: look, love, what envious streaks Do lace the severing clouds in yonder east: Night's candles are burnt out, and jocund day Stands tiptoe on the misty mountain tops. I must be gone and live, or stay and die. JULIET Yon light is not day-light, I know it, I: It is some meteor that the sun exhales, To be to thee this night a torch-bearer, And light thee on thy way to Mantua: Therefore stay yet; thou need'st not to be gone. ROMEO Let me be ta'en, let me be put to death; I am content, so thou wilt have it so. I'll say yon grey is not the morning's eye, 'Tis but the pale reflex of Cynthia's brow; Nor that is not the lark, whose notes do beat The vaulty heaven so high above our heads: I have more care to stay than will to go: Come, death, and welcome! Juliet wills it so. How is't, my soul? let's talk; it is not day. JULIET It is, it is: hie hence, be gone, away! It is the lark that sings so out of tune, Straining harsh discords and unpleasing sharps. Some say the lark makes sweet division; This doth not so, for she divideth us: Some say the lark and loathed toad change eyes, O, now I would they had changed voices too! Since arm from arm that voice doth us affray, Hunting thee hence with hunt's-up to the day, O, now be gone; more light and light it grows. ROMEO More light and light; more dark and dark our woes! JULIET Then, window, let day in, and let life out. ROMEO Farewell, farewell! one kiss, and I'll descend. He goeth down JULIET Art thou gone so? love, lord, ay, husband, friend! I must hear from thee every day in the hour, For in a minute there are many days: O, by this count I shall be much in years Ere I again behold my Romeo! ROMEO Farewell! I will omit no opportunity That may convey my greetings, love, to thee. JULIET O think'st thou we shall ever meet again? ROMEO I doubt it not; and all these woes shall serve For sweet discourses in our time to come. JULIET O God, I have an ill-divining soul! Methinks I see thee, now thou art below, As one dead in the bottom of a tomb: Either my eyesight fails, or thou look'st pale. ROMEO And trust me, love, in my eye so do you: Dry sorrow drinks our blood. Adieu, adieu! JULIET O fortune, fortune! all men call thee fickle: If thou art fickle, what dost thou with him. That is renown'd for faith? Be fickle, fortune; For then, I hope, thou wilt not keep him long, But send him back. ACT 3 SCENE 5

martedì 24 novembre 2009

Titania

A Midsummer night's dream... Come, now a roundel and a fairy song; Then, for the third part of a minute, hence; Some to kill cankers in the musk-rose buds, Some war with rere-mice for their leathern wings, To make my small elves coats, and some keep back The clamorous owl that nightly hoots and wonders At our quaint spirits. Sing me now asleep; Then to your offices and let me rest "What angel wakes me from my flowery bed?" Come sit thee down upon this flowery bed, while I thy amiable cheeks do coy, and stick musk-roses in thy sleek smooth head, and kiss thy fair large ears, my gentle joy... "My Oberon! What visions have I seen! Methought I was enamour'd of an ass..."

sabato 21 novembre 2009

Ophelia

There is a willow grows aslant a brook, that shows his hoar leaves in the glassy stream, Therewith fantastic garlands did she make of crow-flowers, nettles, daisies, and long purples that liberal shepherds give a grosser name, but our cold maids do dead men's fingers call them: there, on the pendent boughs her coronet weeds clambering to hang, an envious sliver broke; when down her weedy trophies and herself fell in the weeping brook. Her clothes spread wide and, mermaid-like, awhile they bore her up: which time she chanted snatches of old lauds; as one incapable of her own distress, or like a creature native and indued onto that element: but long it could not be till that her garments, heavy with their drink, Pull'd the poor wretch from her melodious lay to muddy death. HAMLET, act 4 scene 7 Now Ophelia, she's 'neath the window For her I feel so afraid On her twenty-second birthday She already is an old maid.. To her, death is quite romantic She wears an iron vest Her profession's her religion Her sin is her lifelessness And though her eyes are fixed upon Noah's great rainbow She spends her time peeking Into Desolation Row... Bob Dylan ...Et le Poète dit qu'aux rayons des étoiles Tu viens chercher, la nuit, les fleurs que tu cueillis, Et qu'il a vu sur l'eau, couchée en ses longs voiles, La blanche Ophélia flotter, comme un grand lys. Sull'acqua calma e nera, dove dormono le stelle, come un gran giglio ondeggia la bianca Ofelia, ondeggia lentamente, stesa fra i lunghi veli... Arthur Rimbaud

domenica 15 novembre 2009

Neo-belle époque inspiration for interior design

La salle 

La chambre Bathroom 
Kitchen

venerdì 13 novembre 2009

sabato 24 ottobre 2009

My favourite breakfast

Il modo migliore per cominciare bene una giornata? Svegliarmi languidamente abbracciata al mio amore e indugiare sotto il piumone ancora un po'... e trovo che il modo più piacevole e rilassante di prolungare le coccole mattutine sia una bella (e buona!!) colazione a letto. Ecco allora due ideuzze da alternare o combinare (per un piccolo bedroom-brunch). Sgattaiolate in cucina... Muffins al cioccolato Questi sono sofficissimi: In una terrina mescolate 2 uova con 150 ml di latte e 50 gr di burro fuso ; in un'altra a parte, unite 200 gr di farina , 190 gr di zucchero, 60 gr di cacao amaro, 1/2 bustina di lievito e 50 gr di gocce di cioccolato (o meglio, ricavate delle scaglie da una tavoletta di cioccolato, saranno ancora più buoni!!). Unite quindi i due composti, amalgamando delicatamente. Poi posizionate le pirottine di carta negli stampini e riempitele per 2/3 con il composto, aiutandovi con un cucchiaio: Infornate i muffins a 180° per 15/20 minuti (per capire se sono cotti, infilate uno stecchino in un muffin: se ne esce pulito e asciutto, potete spegnere il forno e lasciarli riposare a sportello aperto per 5 minuti). Per conservarli, metteteli in un vassoietto e copriteli con della stagnola. Io vi consiglio di prepararli il giorno prima, magari con le amiche: così potrete assaggiarne un po' davanti a una bella tazza di tè e fiumi di chiacchiere...e il mattino dopo, due tazzone di caffè nero. French toast salati Questa ricetta è più semplice e veloce, e potete anche divertirvi a prepararla insieme: Immergete due fette di pancarrè nell'uovo sbattuto con un pizzico di sale. Mettete una noce di burro a scaldare in una padella antiaderente e fate cuocere le fette (leggermente, senza farle dorare); dopodichè lasciatele riposare su uno strato di carta da cucina e farcite con prosciutto e formaggio. Fate cuocere il toast ancora un paio di minuti girandolo delicatamente sui due lati, e quando il formaggio sarà sciolto, togliete dal fuoco e ripetete l'operazione con l'altro toast. Complemento ideale: una freschissima spremuta d'arancia... P.S.: C'è anche una versione dolce dei french toast: si prepara aggiungendo all'uovo un goccio di latte, cannella e zucchero, e di solito si guarnisce con lamponi e zucchero a velo...personalmente preferisco i mirtilli in sciroppo con un po' di panna ;) Non sporcate le lenzuola...

venerdì 23 ottobre 2009

I MASCHIETTI A DESTRA E LE FEMMINUCCE A SINISTRA, PER FAVORE...

O le femminucce a destra e i maschietti a sinistra se preferite...ma per l'amor del cielo,basta con le stronzate. Come la democrazia, che quando esce fuori dallo scenario di uguaglianza economica, politica e sociale diventa infetta e purulenta d'ipocrisia, così la tanto agognata parità dei sessi rischia di diventare solo un'innaturale e ridicola confusione dei ruoli. Non mi soffermerò troppo a lungo sul concetto fritto e rifritto di quanto la parità, all'alba del secondo decennio del 2000, sia ancora una lontana chimera (che ormai è un'ovvietà)...anzi: voglio solo indurvi a riflettere su che cosa è andato storto... Al centro della riflessione dei primi movimenti femministi c' era la diversità del pensiero femminile come identità da difendere, e la lotta era su tanti fronti: diritto di voto, libertà sessuale, il sogno di allargare i confini della politica e di cambiare la società....poi si arrivò alle dichiarazioni radicali da classico estremismo coglionazzo: "l'uomo a casa e la donna al lavoro". Come se la donna, per liberarsi, dovesse abbandonare il ruolo di madre e la sua femminilità. Come se per essere considerata un'essere a pari dignità dell'uomo dovesse trasformarsi appunto IN UN UOMO. Ed è proprio da lì che sono cominciati i guai: in circa quarant'anni di "attività" femminista abbiamo conquistato un tasso di occupazione equivalente a circa il 47% (ricordando che la popolazione femminile supera in numero quella maschile), che pone l'Italia al penultimo posto della classifica Europea; in politica siamo ancora una debole minoranza a cui viene dato ogni tanto un contentino quando si parla di quote rosa (quando in Rwanda e in Iraq ci sono più donne parlamentari che uomini) ; il calo demografico sta toccando il fondo , e in compenso siamo additate dai tabloid inglesi come adepte della"Naked Ambition", assuefatte a decenni di tacita complicità maschilista che ci vede sculettare in tv mezze nude, giulive e compiacenti, con un sorriso ebete sulla faccia e senza emettere un solo fottuto sibilo dalla bocca (semmai rispondendo a gesti e faccine alle battute viscide del presentatore marpione). Sembra proprio che la donna non possa fare altro che scimmiottare la figura maschile. L'unica cosa che sembra rimasta intatta è la voglia di compiacerlo rendendosi oggetto, come unico, indegno residuo di femminilità. Questo mi porta a delineare i profili dei tre modelli di donna da evitare, quelle che oltre a rovinarsi la vita ci inguaiano la reputazione, ovvero la stakanovista, la velina della porta accanto e wonder woman. LA STAKANOVISTA è la nipote sfigata delle suffragette. Sottoprodotto del femminismo ottuso, si direbbe "un uomo con le tette" se solo le avesse...ma lei preferisce definirsi "donna con le palle" (scelta interessante, se provate ad analizzare letteralmente la frase..).Il suo unico obbiettivo nella vita è quello di fare carriera: si è fatta sterilizzare apposta per non avere intralci e seccature. Ha bisogno di liberarsi del "peccato originale" dell'essere donna e dimostrare al mondo intero di saper vivere come un uomo; perciò, anche nel corteggiamento, la stacanovista è cacciatrice. Niente fiori o smancerie, lei non vuole essere mica un trofeo da conquistare!! Piuttosto preferisce dispensare bigliettini da visita col suo numero di telefono, adescare maschi nei bar, e i fiori, semmai, li regala lei. Per questo nessuno la vuole. LA VELINA DELLA PORTA ACCANTO invece, è al mondo per eccitare i maschi: quest'unico pensiero che galleggia nel suo vuoto cerebrale non la molla un momento, a cominciare dalla toeletta mattutina che prevede chili di stucco sul viso a mo' di mascherone, piastratura aggressiva del capello e abbigliamento impeccabile (dove impecabile significa mettere bene in mostra la mercanzia). Evidentemente ignara del fatto che un uomo possa avere un'erezione anche solo guidando una moto, andando allo stadio, cagando o semplicemente dormendo, si sente potente solo esercitando la più banale e scontata influenza femminile e usandola come merce di scambio, come specchio per le allodole, o come si fa con il bastone e la carota (ovvero: la fa annusare a tutti ma la da solo a bellimbusti beoni pieni di soldi). Ultimamente però, essendo spesso oggetto di critiche, sempre più veline risentono della propria inutilità, e tendono a volersi distinguere dandosi un'aria intellettualoide: si laureano così in psicologia o in scienze delle comunicazioni in qualche università privata, e si mettono a posto con la coscienza. Per il resto, la velina non ha una posizione propria nella lotta per la parità. Gode sordidamente dei pochi frutti del femminismo senza neanche rendersene conto, vittima di società e costume con tutti i loro capricci, priva com'è di carattere e di idee proprie. WONDER WOMAN, si ritiene la donna del nuovo millennio.C'è da dire che la poverina, in realtà ha propositi lodevoli: ha capito che la donna deve ritrovare la sua dimensione, un nuovo ruolo, e ha pensato bene di conciliare le cose. Infatti lei fa tutto: lavora, fa la spesa, pulisce casa, distribuisce giornalini marxisti nell'atrio dell'università, studia, è incinta, suona il piano e va in palestra. La sera, esausta, va a prendere il fidanzato e lo porta a cena (ovviamente paga lei), e al ristorante lo ascolta pazientemente mentre lui si lamenta dell'estetista che gli ha fatto un sopracciglio più sottile dell'altro. Poi lo porta a casa sua, indossa il negligè nero e si cimenta in un lungo massaggio, facendogli le fusa. Poi lo scopa per un paio d'ore, dopodichè stramazza definitivamente al suolo (non prima di aver puntato la sveglia: l'indomani si alzerà all'alba per portare la colazione a letto alla sua dolcedolce metà, gli stirerà la camicia, gli infilerà la cravatta e gli porgerà il cestino con la merendina). Grazie all'azione sincronizzata di queste donne, sostenitrici più o meno consapevoli dello status quo in tutte le varie sfumature, la società continua comunque a vederci come oggetti sessuali e i maschi si sono trasfomati perlopiù in indolenti creaturine rammollite, spaventate e passive; ridotti a ingloriosi ibridi senza virilità . Il corteggiamento, quell'antico rituale romantico pieno di poesia, è stato presto bollato come sessista e ritenuto incoerente alla parità. Ma la cosa più avvilente, è che più che essere sparito del tutto si è capovolto a nostro sfavore, e diciamocelo, molti uomini ci sguazzano come porci in una pozza di letame: "Avete voluto la parità??Hehehehe".Triste che a questa battuta idiota e opportunista molte donne tirino fuori il portafogli e paghino la cena per l'ennesima volta (giusto per fare un esempio) invece di rispondere per le rime. Una volta ho sentito una donna dire: "Il giorno che a parità di mansioni guadagneremo come un uomo allora magari potremo dire di avere la parità. Fino a quel momento io mi faccio le unghie e tu vai a lavorare.Grazie." Un po' estrema forse, sicuramente ironica. L'ho adorata. Perchè il problema principale è che noi siamo il frutto di una selezione naturale che dura da milioni di anni. Nel corso del nostro itinerario evolutivo abbiamo consolidato istintivamente comportamenti vincenti, e tra questi comportamenti ci sono tanto la divisione netta ed efficiente dei ruoli di uomo e donna nella famiglia come nella società , tanto i criteri istintivi nella scelta del partner più adatto al proseguimento della specie (senza contare ovviamente le innegabili differenze anatomiche, genetiche e cerebrali tra i due sessi). Trovo quindi dannoso andare contro natura. Perchè allora non la smettiamo di affanarci a dimostrare, compiacere, sgobbare per due cercando di scrollarci di dosso la nostra femminilità e non cominciamo invece a riconquistarla?? Prendiamoci i nostri sacrosanti diritti, perdio, e tutti: politici, economici, sociali..e molliamo per un momento le questioni già risolte dell'aborto e degli anticoncezionali per batterci anche a tutela delle giovani donne che vogliono avere figli (che non dovrebbero gravare sul datore di lavoro, ma essere appoggiate dallo stato!!). E già che ci siamo, facciamo uscire dal letargo i maschietti e rimettiamoli al loro posto: "Tesoro, la gonna qui la porto io!!"

lunedì 5 ottobre 2009

Couture wonderland

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